Perdonatemi
se non riuscirò a morire con dignità.
Oppressa dalla morte che mi prende
per mano cercherò di fuggire
invano
nell’immobilità assente di un corpo morente.
Le lacrime dense di tutto il mare assaporato
regaleranno al volto un’ultima ruga
di dolore che sa di rimpianto,
annegato nei cassetti della memoria,
bloccato come i sogni imprevisti
troppo tardi
sopraggiunti.
Perdonatemi se
non me ne andrò sorridendo
perdonatemi una lacrima di addio al tramonto,
perdonatemi l’ascesa lenta e silenziosa
degli occhi stanchi protesi verso le stelle
compagne del vagabondare della mente
per tutta una vita.
Congedo dai sogni caduti
congedo dagli amori perduti
congedo dalle speranze infrante
congedo dalle felicità irriverenti
congedo dai sorrisi,
dalle lacrime,
dalla follia umana,
dalla violenza dalla sopraffazione dalla crudeltà
dall’umanità
Perdonatemi se non avrò tempo
di chiudere gli occhi
sul tempo
e credetemi sognante
sulla riva di un mare
che stilla gocce di sangue dal sole opaco
di una morte imprevistaL'isola dei morti, Arnold Böcklin |
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